Molto prima dell’avvento delle mappe e del GPS, i nativi americani sviluppavano astutamente sentieri attraverso fitti boschi piegando gli alberi.
Questa antica pratica coinvolgeva l’inserimento di un pezzo di albero in un buco e consentiva all’albero di crescere attorno all’ostacolo.
Gli alberi, plasmati dalle mani umane, mostrano caratteristiche peculiari, come un angolo pronunciato o una tacca all’estremità della curva.
Per distinguere questi alberi intenzionalmente manipolati da quelli plasmatisi naturalmente, gli osservatori possono cercare le cicatrici lasciate dalle cinghie posizionate durante i primi anni di crescita dell’albero.
Queste cicatrici costituiscono la prova dell’intervento umano nella piegatura degli alberi.
Questi eccezionali segnavia, creati dalle popolazioni indigene, hanno un’età compresa tra i 150 e i 200 anni.
Il sito web delle National American Forests mette in evidenza l’importanza storica di questi alberi,
spiegando che i nativi americani li usavano come segnavia permanenti per guidare i viaggiatori attraverso terreni difficili e indicare la via verso risorse vitali come acqua e cibo.
Sebbene i moderni mezzi di navigazione abbiano reso questi „alberi dei sentieri” obsoleti, il loro valore storico e le loro storie uniche rimangono intatti.
Il sito web Mountain Stewards ha svolto un ruolo cruciale nel preservare questi antichi segni, mappando oltre 1.000 alberi piegati in tutto il paese.